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bombardamento sul Salento

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Messaggio  Ospite Gio Gen 29, 2009 2:16 pm

si parla tanto di quel famoso bombardamento accaduto nel Salento dopo la II Guerra Mondiale. Qualcuno sa dare notizie più precise? Date, mezzi impiegati, bombe...
A Nardò fu sganciata una bomba e vi furono diversi feriti. Altro non so!

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Messaggio  Paolo Gio Gen 29, 2009 3:17 pm

Caro Marcello,
lo scorso luglio su Porta di Mare ([Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] fu pubblicato un bellissimo articolo sull'argomento che ripropongo per non dimenticare:
23 Luglio 1943/2008 - Eroi dimenticati. Una morte improvvisa caduta dal cielo
Scritto da Redazione PortadiMare
giovedì 24 luglio 2008
NARDO' - 23 Luglio 1943 - 23 luglio 2008. Sono trascorsi orma 65 anni da quella fatidica data, da quel giorno che segnò una svolta triste per tante famiglie a Nardò. Era il 23 luglio 1943, precisamente le ore 13.30 di un caldo ed assolato primo pomeriggio (marìsciu) estivo. Era Sindaco della Città don Mario Sangiovanni. L’ora era propizia per il riposo pomeridiano in attesa, con la frescura delle ore più tarde, di riprendere il lavoro nei campi, fino a sera inoltrata. D’improvviso si sentì nel cielo un rombo di aerei accompagnato ad assordanti sibili ed alle esplosioni. Stavano lanciando delle bombe.

Mentre a quell’ora transitava lungo la linea ferroviaria, un treno che presumibilmente poteva trasportare truppe e materiale bellico. Non fu colpito, ma in compenso le bombe cadute in diversi punti, lungo la ferrovia, tra le stazioni di Nardò centrale e Nardò Città, fecero 10 morti e diversi feriti. Al rombo dei motori e ai primi fragori delle esplosioni, tutti cercarono scampo, chi uscendo da casa per paura di eventuali crolli, chi riparando nei rifugi. Molti si diressero verso la campagna, ritenendo fosse quello il luogo più sicuro. Alcuni, incolpevolmente e nel tentativo disperato di salvarsi, caddero sotto le bombe. I loro corpi furono recuperati usando, come barelle o lettighe, le ante delle porte divelte dalla furia delle esplosioni. Allo stesso modo per i feriti.

I morti, secondo quanto raccontato dai testimoni e documentato dal “Liber Mortuorum” della Chiesa del Carmine, Parrocchia di appartenenza delle vittime, furono 10, e precisamente:

Atto nr. 526: Giulia FERILLI, di anni 9. Figlia di Lorenzo e Maria Schirinzi
Atto nr. 527: Gregoria Addolorata FILOGRANA, di anni 59. Figlia di (fu) Francesco e di (fu) Sofia De Lorenzis, coniugata con (fu) Emanuele Fracella
Atto nr. 528: Emilio FRACELLA, di anni 23. Figlio di (fu) Emanuele e Gregoria Addolorata Filograna (precedente Atto nr. 527)
La signora Filograna Gregoria (Atto nr. 527) e Fracella Emilio (Atto nr. 528), la cui testa non fu mai trovata, erano madre e figlio e furono colpiti nei pressi della loro abitazione, situata alla fine di via Pilanuova, a ridosso del passaggio a livello della linea ferroviaria. La cosiddetta “casa Sgarrata” era la loro abitazione. Un’altra figlia della Filograna fu solo ferita, mentre un altro figlio della signora era quel signor Fracella che fino a qualche tempo fa gestiva un negozio di ferramenta in Piazza della Repubblica
Atto nr. 529: Gregorio STIFFI, di anni 53. Figlio di (fu) Giovanni e Emanuela Briganti, marito di Maddalena Orlando (Atto nr. 524 riportato di seguito).
Questi morì raggiunto da una scheggia mentre cercava di calzare le scarpe, seduto sotto un albero di mandorlo, di fronte alla propria abitazione. La grossa scheggia gli tagliò di netto il braccio e lo colpì mortalmente al torace
Atto nr. 530; Antonio CAVALLO, di anni 40. Figlio di Giuseppe e Maria Addolorata Montanaro, marito di Apollonia Tedesco
Atto nr. 531: Giovanni Annunziato FILONI, di anni 11. Figlio di (fu) Salvatore e Assunta Presicce
Atto nr. 532: Tommaso Gregorio FILONI, di anni 17. Figlio di (fu) Salvatore e Assunta Presicce. Fratello di Giovanni Annunziato
Filoni Annunziato Giovanni (Atto nr. 531) e Tommaso Gregorio (Atto nr. 532) erano due fratelli che al momento del fatto rientravano dal lavoro “cu lu traìnu”. Lo spostamento d’aria fu di tale portata che tolse loro il respiro, uccidendoli
Atto nr. 533: Carmela GATTO, di anni 31. Figlia di Cosimo e Maria Urso. Moglie di Antonio Ramundo
Atto nr. 534: Laura VALLOVE, di anni 17. Figlia di Orazio e Cristina Presta. Atto nr. 532: Tommaso Gregorio FILONI, di anni 17. Figlio di (fu) Salvatore e Assunta Presicce. Fratello di Giovanni Annunziato
Atto nr. 524: Maddalena(Nena) ORLANDO, di anni 51. Figlia di Rosario e Rosaria Pellegrino. Moglie di (fu) Gregorio Stiffi (Atto nr. 529)
Maddalena viene ferita lo stesso giorno del marito, ma non muore subito e viene ricoverata presso l’Ospedale civile San Giuseppe-Sambiasi di Nardò adiacente, all’epoca, alla Chiesa di San Antonio da Padova. Una piccola scheggia l’aveva colpita allo stomaco, i medici non ritennero opportuno intervenire chirurgicamente, la curarono per circa due giorni e, alle ore 21.00 del 25 luglio, morì.
Per tutto il periodo che fu ricoverata in Ospedale, dalle ore 13.00 del 23.07.43 alle ore 21.00 del 25.07.43, il figlio maggiore, Egidio, rimase nascosto sotto il letto, quasi a vegliare la mamma morente ed a rassicurarla che non era sola. Ascoltò tutto quanto i medici si dicevano al capezzale della madre e così comprese subito la gravità della situazione. Scoperto, forse perché scoppiò in lacrime per la situazione disperata della mamma, da un Appuntato dei Carabinieri di servizio all’Ospedale, fu invitato bruscamente ad allentarsi dal luogo, perché lì non poteva stare. Per tutta risposta Egidio dette un morso alla mano del carabiniere mentre tentava di afferrarlo per mandarlo via.
I corpi dei morti furono subito composti nelle bare e tenuti nella sala mortuaria del cimitero comunale. I feriti furono trasportati in ospedale e solo dopo due giorni, alla morte di Maddalena Orlando, il 25 luglio 1943, le bare furono trasportate tutte nella Chiesa di San Domenico dove fu officiata la S. Messa da mons. Gregorio Falconieri.
Dopo si snodò il corteo che, da via Duomo, Corso Garibaldi e via Regina Elena, raggiunse il Cimitero comunale.

Questa è una foto del triste avvenimento scattata da mio zio. Si vede il corte funebre all'uscita dalla chiesa di S. Domenico a Nardò.
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Messaggio  Vincenzo D'Aurelio Gio Gen 29, 2009 3:49 pm

23 luglio 1943? Qualche giorno prima cadde anche un B24 colpito da un Me109 in quella zona, lo sai?
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Messaggio  Ospite Lun Feb 02, 2009 10:14 pm

ma quale tipo di aerei sganciarono le bombe? E le bombe che potenza potevano avere?

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Messaggio  Vincenzo D'Aurelio Mar Feb 03, 2009 9:33 am

Dal mo punto di vista l'inquadramento di quanto avvenne a Nardò non dista molto da quella che fu la situazione iniziale della II W.W.

La data del 23 luglio 1943 precede di pochissimo tempo quello che è l'inizio della campagna d'Italia allorquando le truppe alleate il 10 luglio '43 sbarcarono in Sicilia pronte a marciare verso Roma. Le operazioni nel Mediterraneo però erano iniziate già qualche tempo prima ed infatti nel mese di Giugno gli alleati avevano conquistato Pantelleria partendo dalle basi nordafricane comprese nella fascia libico-egiziana, terra a suon di morti strappata dal Montgomery al tedesco Rommel (El Alamein). Le operazioni preliminari videro diversi velivoli americani impegnati nelle operazioni di preparazione alla campagna d'Italia, operazioni per lo più mirate non tanto ad attaccare i civili ma quanto ad indebolire la difesa italo-tedesca del sud Italia e fu proprio tale motivo la serie di bombardamenti perpetuati per tutto luglio sull'intero Salento, anzi sino a Foggia non tralasciando Grottaglie, Taranto, Nardò (Tenente tedesco Wilhelm Kientsch nato il 12 maggio 1921 a Kisslegg in Württemberg. con il suo Bf109 abbatté un B24 alle 11:30 a 20 km SW Gallipoli il 2 luglio 1943; 1. Capitano Ernst Börngen con il suo Bf109 abbatté due B24: il primo alle 11:15 a 30 km ESE Lecce, il secondo alle ore 11:25 a 20 km SW San Cesario)e Galatina. L'evento di Nardò, a parte la tragedia e il racconto commovente, dovrebbe a questo punto essere studiato per avere certezza circa gli aerei e il tipo di bombe ma sicuramente si tratterebbe di B24 Liberator americani o al massimo inglesi, il cui potenziale bellico era molto elevato sia dal punto di vista tecnico che da quello prettamente offensivo.
L'attacco al convoglio, essendo le operazioni americane, come ho scritto, mirate ad indebolire il nemico e non ad uccidere civili, certamente si concentrò su questo treno nel quale con buon aprobabilità si muovevano soldati pronti ad organizzarsi nelle batterie della contraerea dislocata sulla costa ionica all'altezza di Gallipoli ma vi era sicuramente anche un considerevole spostamento di materiale bellico tale poter rinforzare le stesse batterie (non dimentichiamo l'efficace servizio di spionaggio americano che qui dimostra come gli americani ben conoscessero i luoghi e anticipatamente le operazioni militari nemiche). Una cosa è certa, le nostre contraeree furono debolissime e inefficaci sia sulla costa adriatica che ionica, così come lo era un po' tutta la preparazione dell'esercito italiano, Regio, dimostrata ampiamente nella campagna di Francia prima e in quella di Grecia poi, nonchè alla precedente egiziana.
Bisognerebbe approfondire la storia e capire cosa successe, gli archivi esistono e sono accessibili e francamente mi piacerebbe saperne di più.
Questo il mio inquadramento.
Saluti

Vincenzo


Ultima modifica di Vincenzo D'Aurelio il Mar Feb 03, 2009 1:21 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  Vincenzo D'Aurelio Mar Feb 03, 2009 1:19 pm

Il tragico evento di Nardò viene riportato anche dalla Gazzetta del Mezzogiorno in un bellissimo articolo titolato "Quella lunga tragica estate" di Nicola Mascellaro. L'ntero articolo è dedicato ai bombardamenti americani, che nel post precedente descrivevo, e tra le aree bombardate si ha un riferimento "sibillino" proprio alla città di Nardò. Ciò mi conferma nell'ipotesi che il bombardamento sia stata opera dei Liberator americani stabilitasi a Benina Main nella base appratenuta ai contingenti tedeschi del Rommel qualche mese prima e dagli inglesi poi conquistata. Rimando l'intera lettura dell'articolo al link [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] che consiglio vivamente di leggere per comprendere appieno la dimensione della tragedia umana e confermare ancora una volta come la storia nazionale abbia tenuto lontano il nostro Salento relegandoci in una posizione non degna dell'importanza che alla nostra terra deve essere riconosciuta.

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Messaggio  Paolo Ven Feb 06, 2009 8:11 am

Tratto da Porta di Mare ([Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Giuseppe Ferrara: L'intervista e la storia degli aerei che partivano da Leverano

venerdì 06 febbraio 2009
LEVERANO - Pochi sanno che durante la Seconda Guerra Mondiale a Leverano c’era una pista di volo militare sfruttata dalle forze armate tedesche e poi utilizzata dall'Aeronautica italiana come scuola di volo e base per i caccia italiani rimasti in dotazione al governo di Badoglio. È su questa base storica che il film intende essere un misto di “fiction”, di ricostruzioni di cronaca e di riprese dal vero in stile documentario per contribuire alla rivalutazione storica di episodi ingiustamente dimenticati basandosi su testimonianze e reperti ancora disponibili. Il documentario sarà realizzato dal regista Giuseppe Ferrara insieme Fabio Frisenda, collaboratore alla regia.
“A Leverano c’era una volta una pista di volo” è il film che verrà girato nel Salento dal regista Giuseppe Ferrara. Il progetto è finanziato dall’Apulia Film Commission, con il sostegno della Provincia di Lecce e del comune di Leverano e l’assistenza logistica dell’Aeronautica militare. Ieri c'è stata la presentazione in Provincia.

LA NOSTRA INTERVISTA DEL 4 AGOSTO
Giuseppe Ferrara lega ancora una volta il suo nome al Salento.
Il regista di Cento giorni a Palermo offre l’occhio della cinepresa, particolarmente portato per la documentaristica e per la ricostruzione storica degli eventi, alla riscoperta di un episodio che permetterà di vedere la Liberazione da un altro angolo visuale.
“Realizzerò una docu-fiction ambientata a Leverano – spiega il regista fiorentino, da ieri in zona – che possa contribuire a considerare il Salento non solo come ottima location per l’industria cinematografica ma anche come terra ispiratrice di storie da raccontare”.
E’ stato un suo allievo della scuola di regia, Fabio Frisenda, ad incoraggiare il progetto. “Mio padre aveva un terreno da quale emergevano in continuazione schegge ed altro materiale bellico – ci spiega – e così ho deciso di andare a fondo alla questione”.
Su quei terreni, parte dei quali oggi sono coltivati a vigneto, sorgeva un tempo una pista d’atterraggio.
“Era la prima scuola di volo in Italia – continua Frisenda – ed era strategicamente importantissima, prima per i tedeschi e poi per gli stessi Alleati”. Che ne fecero una base fondamentale per la riconquista dello Stivale. Questo lo spunto, dunque. Intrigante, singolare. Vivificato dalle testimonianze di uomini che sono ancora in vita come Antonio Marinone, un istruttore novantenne con i ricordi tutti al loro posto che incontrerà Ferrara per dare un contributo a questo puzzle della Grande Storia. “Ascolteremo molte persone – spiega il regista – e ricostruiremo le vicende dell’epoca utilizzando, però, attori. Il prodotto finale sarà l’ideale per un passaggio televisivo e la finalità ulteriore sarà quella di sentire il luogo comune che il Sud non abbia dato alcun contributo alla Liberazione al di là di episodi isolati”.
Ferrara ha legato il suo nome a questa terra grazie ad un progetto sfumato per un soffio (il film sul “caso” Fonte, La posta in gioco) e ad un altro realizzato (Guido che sfidò le Brigate Rosse) entrambi realizzati da un compianto produttore salentino, Carmine De Benedittis.
“Ma Ferrara ha scoperto davvero il Salento come terra di cinema – spiega Frisenda – e basti ricordare Donne di Mafia, del 2000, per affermarlo con certezza”. Se Ferrara crede al Salento c’è l’assessore provinciale e sindaco di Leverano che per questo progetto metterebbe la mano sul fuoco. ”La Fondazione Apulia Film Commission ha deciso di investire su progetti di lungometraggio che garantiscano impatti di natura industriale sul territorio pugliese – dice Cosimo Durante – e il documentario “A Leverano c’era una volta una pista di volo” è uno di questi. Oggi, insieme con Ferrara, abbiamo iniziato l’opera di recupero di una storia della Seconda Guerra Mondiale. Domani continueremo con i sopralluoghi che ci regaleranno una importante occasione di valorizzazione della nostra terra”.

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Messaggio  Ospite Ven Feb 06, 2009 6:23 pm

Grazie Paolo per questa ulteriore integrazione e segnalazione Very Happy

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Messaggio  Gianfranco Ven Feb 06, 2009 6:31 pm

Mi sembra una notizia molto interessante quella di Paolo di cui attenderemo con impazienza di conoscere il seguito
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Messaggio  Paolo Lun Lug 13, 2009 7:39 am

Ciak, si gira un film: stamattina il maestro Giuseppe Ferrara entra in azione
da Portadimare.it
lunedì 13 luglio 2009
PORTO CESAREO - Ciak si gira. "C'era una volta una pista di Volo" Dalle ore 8 alle 13,30 del 13 LUGLIO, presso la Torre Cesarea sede della Guardia di Finanza e per le Vie del centro storico (piazza Nazario Sauro), si effettueranno alcune scene del film documentario "C' era una volta una pista di volo".

Pochi sanno che durante la II guerra mondiale i vigneti di Leverano nascondevano una pista di volo militare , prima sfruttata dalle armate tedesche poi l'otto settembre utilizzata dalla rinata Aeronautica italiana come scuola di volo e base per i caccia italiani .Il film è una ricostruzione dell CRONACA e di riprese dal vero stile documentario ,vuole contribuire alla rivalutazione storica di episodi ingiustamente dimenticati, basato su testimonianze e reperti ancora disponibili.
La scaletta che scandira' gli avvenimenti secondo la logica temporale e cioe':
- Come nasce la pista di volo
- il periodo tedesco
- il bombardamento alleato: semidistrutta la base
- l' 8 settembre e la cacciata dei tedeschi
- la pista come punto strategico dell' italia che si libera
- la scuola
- la pista di volo e il contributo alla guerra di liberazione
- abbandono della pista : nasce il mito dell' aeroporto fantasma".
Il regista Giuseppe Ferrara e il suo aiuto salentino Fabio Frisenda, non è la prima volta che girano un film nel Salento; la prima pellicola che li ha visti impegnati su questo territorio è stato "Donne di mafia".
Ma il legame con il sud è stato molto piu' saldo.
"Ho girato almeno 40 documentari fra la Lucania, la Sicilia e la Puglia ed ora coltivo il sogno di prendere casa nel salento - dice Ferrara - . Il primissimo incontro con questa terra è avvenuto però, nelle aule dell' universita' per un seminario, un lavoro che mi ha permesso di conoscere anche Fabio Frisenda il quale mi ha raccontato questa storia che da dieci anni tento di raccontare in un film".
Saranno 150 gli attori salerntini tra i protagonisti e comparse, i costumi sono di Rosanna Calcagnile e le scenografie di Andreina Vantaggiato

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Messaggio  Ospite Lun Lug 13, 2009 9:54 am

Mia nonna (che oggi avrebbe più di cento anni) mi raccontò anche di bombardamenti su Leverano, credo dovuti proprio all'importanza strategica del luogo. Sarà interessante saperne di più da questo documentario.

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Messaggio  Vincenzo D'Aurelio Lun Lug 13, 2009 10:25 am

Io francamente spero che il film documentario riesca ad alienarsi dalla campagna positiva di quei giorni perpetuata da Mussolini e dalla smisurata vanagloria dei B24 perpetuata dalla stampa americana del tempo.
Le vittime in quei giorni furono i nostri salentini (e si conoscono pochissimi nomi di civili morti non perchè non ci siano stati ma perchè ben occultati) che a terra avevano i tedeschi e in cielo le bombe americane. In poche parole: la morte su due fronti!
Un caro saluto
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Messaggio  Gianni Lun Lug 13, 2009 11:22 am

Quegli "eroi dimenticati.Una morte improvvisa caduta dal cielo" mi hanno fatto tornare alla mente altri eroi dimenticati di cui scrissi su città futura. Siamo lontani 1100 km, è vero, però ci sono cose che uniscono il sud al profondo nord, anche nefandezze e atrocità. Quini ve lo ripropongo, scusandomi di uscire dalla salentinità.


5 aprile 1945: la fortuna di poter ricordare

Il 5 aprile 1945 ci fu l'ultimo bombardamento di Alessandria. 160 i morti, di cui 40 erano bambini dell'asilo infantile di via Gagliaudo. Giusto per non dimenticare. E giusto perché chi legge queste righe, soprattutto se è molto giovane e le guerre le ha vissute solo in multicolor, o perchè noi, figli del dopoguerra e del boom economico, possiamo dire che l'orrore di ogni guerra sta nei corpi straziati di quei bimbi che erano alessandrini, ma che avrebbero potuto essere afghani, irakeni, palestinesi, israeliani. O avrebbero potuto essere su un treno per le vacanze di un 2 agosto di molti anni dopo, magari alla stazione di Bologna.

E non proseguo, se volessi fare un elenco pignolo delle sciagure e delle guerre dichiarate o no, farei sicuramente dei torti. Perché l'elenco è infinito e scorderei qualcuno che non merita di essere scordato. Perché la memoria è merce preziosa. Perché ognuno, se vuole, può fare una ricerca con google o con quel che vuole. Notizie ne troverà in abbondanza.

Patrucco in queste pagine ci ha fatto sapere della fortuna di essere nonno ed ha fatto un piccolo bilancio dei suoi 60 anni. Siamo veramente fortunati caro Giancarlo. Lo siamo perché siamo passati indenni attraverso l'imbecillità delle guerre. Ma lo siamo perché abbiamo la forza e la fortuna, nonostante i 60 anni più o meno, di commuoverci ancora di fronte ad un ricordo di persone che non abbiamo mai conosciuto. Di fronte agli sguardi sul mondo di quei 40 piccoli all'asilo che non hanno avuto uguale fortuna.

Perché il ricordo è prezioso. In un'epoca in cui un acquisto appena fatto è già obsoleto perché così vuole il mercato. In cui possiamo in tempo reale comunicare con l'altra parte del mondo anche in video. In cui si brucia tutto e accettiamo che i nostri figli vivano il loro presente, magari pensando al domani perché oggi è già vecchio e stantio. Occorre fermarsi un attimo. Ripensarci, chiederci nuovamente perché e come può succedere. E soprattutto non permettiamoci di dare per scontato che questo è un mondo giusto ed equo.

E non scordiamoci di globalizzare, insieme ai cellulari e al PC, anche la consapevolezza che in qualche parte del mondo, lontana in km, ma estremamente vicina da poter vedere, se ce ne fosse la necessità, in tempo reale gli occhi delle persone che ci vivono, magari con un cellulare anche dell'anno scorso, quindi obsoleto, o con un pc, altri missili o bombe o attentati stanno massacrando altre vite, altri bimbi in qualche asilo. E stanno togliendo loro la possibilità di dire ,domani, "io ricordo".

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Messaggio  Ospite Lun Lug 13, 2009 12:14 pm

Caro Gianni,
quanta verità c'è nelle tue parole... !!!
Il dolore delle perdite umane ci accomuna dal Nord al Sud... che resta a chi è vissuto in quel periodo? Il ricordo, il rammarico per quanto accaduto... ma alla fine, la vita è questa!!!
Putropppo il passato ce lo portiamo dietro, nostro malgrado, con tutte le conseguenze che esso comporta...
ma ci aiuta a riflette e a non farci commettere gli stessi errori...

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Messaggio  Fernando Lun Lug 13, 2009 9:05 pm

Sono perfettamente d'accordo, caro Gianni, "sull'imbecillità delle guerre". Ma da quanto tempo gli uomini se lo dicono ottenendo solo lenti, lentissimi risultati per contenere questa innata imbecillità?

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Messaggio  Gianni Lun Lug 13, 2009 10:39 pm

domanda senza risposte caro amico. Già, fino a quando? Fino a quando dovremo sopportare le guerre, le mafie, le violenze..... E potrei proseguire. Ma noi siamo giovani, abbiamo tempo, abbiamo voglia di vedere l'altra faccia della luna.

Gianni

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Messaggio  Fernando Dom Nov 01, 2009 10:08 am

Paolo ha scritto:Tratto da Porta di Mare ([Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Giuseppe Ferrara: L'intervista e la storia degli aerei che partivano da Leverano

venerdì 06 febbraio 2009
LEVERANO - Pochi sanno che durante la Seconda Guerra Mondiale a Leverano c’era una pista di volo militare sfruttata dalle forze armate tedesche e poi utilizzata dall'Aeronautica italiana come scuola di volo e base per i caccia italiani rimasti in dotazione al governo di Badoglio. È su questa base storica che il film intende essere un misto di “fiction”, di ricostruzioni di cronaca e di riprese dal vero in stile documentario per contribuire alla rivalutazione storica di episodi ingiustamente dimenticati basandosi su testimonianze e reperti ancora disponibili. Il documentario sarà realizzato dal regista Giuseppe Ferrara insieme Fabio Frisenda, collaboratore alla regia.
“A Leverano c’era una volta una pista di volo” è il film che verrà girato nel Salento dal regista Giuseppe Ferrara. Il progetto è finanziato dall’Apulia Film Commission, con il sostegno della Provincia di Lecce e del comune di Leverano e l’assistenza logistica dell’Aeronautica militare. Ieri c'è stata la presentazione in Provincia.

LA NOSTRA INTERVISTA DEL 4 AGOSTO
Giuseppe Ferrara lega ancora una volta il suo nome al Salento.
Il regista di Cento giorni a Palermo offre l’occhio della cinepresa, particolarmente portato per la documentaristica e per la ricostruzione storica degli eventi, alla riscoperta di un episodio che permetterà di vedere la Liberazione da un altro angolo visuale.
“Realizzerò una docu-fiction ambientata a Leverano – spiega il regista fiorentino, da ieri in zona – che possa contribuire a considerare il Salento non solo come ottima location per l’industria cinematografica ma anche come terra ispiratrice di storie da raccontare”.
E’ stato un suo allievo della scuola di regia, Fabio Frisenda, ad incoraggiare il progetto. “Mio padre aveva un terreno da quale emergevano in continuazione schegge ed altro materiale bellico – ci spiega – e così ho deciso di andare a fondo alla questione”.
Su quei terreni, parte dei quali oggi sono coltivati a vigneto, sorgeva un tempo una pista d’atterraggio.
“Era la prima scuola di volo in Italia – continua Frisenda – ed era strategicamente importantissima, prima per i tedeschi e poi per gli stessi Alleati”. Che ne fecero una base fondamentale per la riconquista dello Stivale. Questo lo spunto, dunque. Intrigante, singolare. Vivificato dalle testimonianze di uomini che sono ancora in vita come Antonio Marinone, un istruttore novantenne con i ricordi tutti al loro posto che incontrerà Ferrara per dare un contributo a questo puzzle della Grande Storia. “Ascolteremo molte persone – spiega il regista – e ricostruiremo le vicende dell’epoca utilizzando, però, attori. Il prodotto finale sarà l’ideale per un passaggio televisivo e la finalità ulteriore sarà quella di sentire il luogo comune che il Sud non abbia dato alcun contributo alla Liberazione al di là di episodi isolati”.
Ferrara ha legato il suo nome a questa terra grazie ad un progetto sfumato per un soffio (il film sul “caso” Fonte, La posta in gioco) e ad un altro realizzato (Guido che sfidò le Brigate Rosse) entrambi realizzati da un compianto produttore salentino, Carmine De Benedittis.
“Ma Ferrara ha scoperto davvero il Salento come terra di cinema – spiega Frisenda – e basti ricordare Donne di Mafia, del 2000, per affermarlo con certezza”. Se Ferrara crede al Salento c’è l’assessore provinciale e sindaco di Leverano che per questo progetto metterebbe la mano sul fuoco. ”La Fondazione Apulia Film Commission ha deciso di investire su progetti di lungometraggio che garantiscano impatti di natura industriale sul territorio pugliese – dice Cosimo Durante – e il documentario “A Leverano c’era una volta una pista di volo” è uno di questi. Oggi, insieme con Ferrara, abbiamo iniziato l’opera di recupero di una storia della Seconda Guerra Mondiale. Domani continueremo con i sopralluoghi che ci regaleranno una importante occasione di valorizzazione della nostra terra”.

Trascrivo, per quanti fossero interessati, un sms appena ricevuto:
""Mercoledì 4 novembre p.v. h 19:00 in Piazza Roma, in anteprima nazionale sarà proiettato il film-documentario "L'aeroporto fantasma" girato nel Salento e a Leverano da Giuseppe Ferrara""

Fernando
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Messaggio  Ospite Dom Nov 01, 2009 5:14 pm

in quale città si terrà la proiezione?

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Messaggio  Fernando Dom Nov 01, 2009 6:02 pm

Marcello ha scritto:in quale città si terrà la proiezione?

A Leverano.

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