santi patroni della diocesi di Nardò

ho rintracciato un documento che menziona una serie di santi patroni dei paesi appartenenti alla diocesi di Nardò alla fine dell'Ottocento.
Per qualcuno di loro ho difficoltà a rintracciare il paese di "appartenenza"...potreste aiutarmi?

San Sebastiano: Racale
S. Giuseppe: Copertino
San Giovanni Elemosiniere: Casarano
San Rocco: Leverano
San Giorgio: Matino
San Quintino:
San Leucio:
San Paolo: Galatina ?
San Nicola: Aradeo
San Martino:

Ps. qualcuno ha notizia sulle cerimonie sacre che si svolgevano dopo o durante il completamento di un edificio religioso (ultimazione dei tetti ad esempio) con finalità ben auguranti (es. capocanale per le nostre case)?
grazie

San Martino a Taviano
San Quintino ad Alliste.

Però vedi che mancano altri comuni per la diocesi. E poi Leverano e Galatina non sono comuni della diocesi. Leverano appartiene a Brindisi e Galatina ad Otranto

Paolo ha scritto:
Ps. qualcuno ha notizia sulle cerimonie sacre che si svolgevano dopo o durante il completamento di un edificio religioso (ultimazione dei tetti ad esempio) con finalità ben auguranti (es. capocanale per le nostre case)?
grazie

Interessante, posso sapere en passant qualcosa su capacanale Paolo?

san leucio era il protettore di felline.

eracleion ha scritto:san leucio era il protettore di felline.

Felline non era (ed è ) diocesi di Ugento?!

se ricordo bene è ancora della diocesi di Nardò. Nel passato lo era di sicuro

Paolo ha scritto:
Ps. qualcuno ha notizia sulle cerimonie sacre che si svolgevano dopo o durante il completamento di un edificio religioso (ultimazione dei tetti ad esempio) con finalità ben auguranti (es. capocanale per le nostre case)?
grazie

Quanto alle cerimonie sacre non saprei ma per certo è diffuso costume, specialmente nella fase di completamento del tetto, inserire tra il cemento (ora), pietre e quant'altro (prima), immagini di Santi.
PAOLO TARSI: il capicanale è una specie di "orgia alimentare" che si suole offrire alle maestranze da parte del proprietario alla fine del lavoro alimentare.
CIAOOOO!

Confermo quanto scritto da Vincenzo.
Riguardo al "capocanale ", circa due anni fà ho visto in un paese salentino questa grande tavolata offerta alle maestranze che avevano terminato il lavoro con la "gettata" del solaio dell'edificio.
E'senza dubbio un lauto pranzo cucinato e preparato dalle Signore di Casa offerto e donato con semplicità,ricco di buone pietanze salentine , certo risulta essere una abbuffata!!!!!!!!!!!!

Riguardo gli Edifici Sacri bisognerà chiedere o ad Anziani Impresari Edili,Anziani Ingegneri o Geometri o a Vecchi e Venerandi Sacerdoti.
di più non sò

Felline era ed è ancora in territorio diocesano di Nardò.
Vi elenco ora i comuni della antica diocesi neritina con i rispettivi patroni (ometto i comuni che un tempo appartenevano alla diocesi di Gallipoli, confluiti nella nuova realtà unificata solo nel 1986):

ALLISTE: San Quintino

ARADEO: San Nicola di Myra

CASARANO: San Giovanni Elemosiniere

COPERTINO: San Sebastiano (solo dall'Ottocento San Giuseppe da Copertino)

GALATONE: San Sebastiano

MATINO: San Giorgio (dal Novecento, compatrona Madonna del Carmine)

MELISSANO: Sant'Antonio di Padova

NARDO': San Gregorio Armeno (compatroni San Michele Arcangelo e Sant'Antonio di Padova)

NEVIANO: San Michele Arcangelo (compatrona Madonna della Neve)

PARABITA: San Sebastiano (compatrono San Rocco e solo dal Novecento patrona Madonna della Coltura)

RACALE: San Sebastiano

SECLI': San Paolo Apostolo

TAVIANO: San Martino di Tours

grazie a tutti !
come al solito tempestivi ed esaudienti

pierpaolotarsi ha scritto:

Paolo ha scritto:
Ps. qualcuno ha notizia sulle cerimonie sacre che si svolgevano dopo o durante il completamento di un edificio religioso (ultimazione dei tetti ad esempio) con finalità ben auguranti (es. capocanale per le nostre case)?
grazie

Interessante, posso sapere en passant qualcosa su capacanale Paolo?

a Nardò, nell'impasto utilizzato per la copertura della nuova casa ancora oggi si aggiunge una medaglietta con l'effigie di S. Gregorio Armeno, protettore della città e dei pericoli da terremoti, a ricordo dell'ecatombe del 20 febbraio 1743, in cui perirono 112 tra adulti e bambini, con danni ingenti per il centro abitato.