Invasioni di cavallette nel Salento del passato
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Invasioni di cavallette nel Salento del passato
Capisco che la domanda può sembrare bizzarra, ma...: qualcuno di voi ha mai avuto occasione di imbattersi in qualche notizia relativa a devastanti invasioni di cavallette, o locuste, nel Salento tra XVI e XVII secolo?
Vi sarei grata per qualunque notizia relativa a simili eventi e tutto ciò che vi poteva essere di connesso: per esempio la devozione verso santi che scongiurassero il flagello, iniziative prese dalle autorità o dai contadini stessi, ecc.
Vi sarei grata per qualunque notizia relativa a simili eventi e tutto ciò che vi poteva essere di connesso: per esempio la devozione verso santi che scongiurassero il flagello, iniziative prese dalle autorità o dai contadini stessi, ecc.
Valentina- Numero di messaggi : 442
Data d'iscrizione : 30.01.09
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Re: Invasioni di cavallette nel Salento del passato
Io personalmente mi sono trovato di fronte ad una invasione di bruchi attorno al 1814 e l'unica devozione fu il DDT
... a parte questo l'invasione di cavallette fu una piaga.
fonte: Centro Ricerche di Storia e Arte Bitonto, Cultura e Società a Bitonto nell'Ottocento, Atti del convegno Nazionale (Bitonto, Palazzo di Città 18-20 ottobre 2001), a cura di Felice Moretti e Vincenzo Robles, Edipuglia 2003.
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Un abbraccio e spero di andare in ferie
... a parte questo l'invasione di cavallette fu una piaga.
fonte: Centro Ricerche di Storia e Arte Bitonto, Cultura e Società a Bitonto nell'Ottocento, Atti del convegno Nazionale (Bitonto, Palazzo di Città 18-20 ottobre 2001), a cura di Felice Moretti e Vincenzo Robles, Edipuglia 2003.
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Re: Invasioni di cavallette nel Salento del passato
Secondo quanto scrive il Tafuri una devastante invasione di bruchi a Nardò e dintorni ci fu nei primi decenni del XVIII secolo. La popolazione, per liberarsene, dovette invocare la protezione di S. Trifone (sic), che intercesse a dovere, tanto che la cittadinanza gli intitolò una chiesetta, tuttora esistente nella piazza principale.
Se ti occorrono dati bibliografici più precisi fammi sapere.
Interessante, come al solito, il quesito.
Credi avere dell'altro, ma devo cercare
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Re: Invasioni di cavallette nel Salento del passato
Marcello ha scritto:Secondo quanto scrive il Tafuri una devastante invasione di bruchi a Nardò e dintorni ci fu nei primi decenni del XVIII secolo. La popolazione, per liberarsene, dovette invocare la protezione di S. Trifone (sic), che intercesse a dovere, tanto che la cittadinanza gli intitolò una chiesetta, tuttora esistente nella piazza principale.
Se ti occorrono dati bibliografici più precisi fammi sapere.
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San Trifone è infatti il santo protettore contro i bruchi: è raffigurato in un bellissimo dipinto di Paolo Finoglio a Monopoli (chiesa di S. Angelo, attualmente nel Museo Diocesano, mi dispiace di non avere ora una riproduzione da postare, è veramente una delle tele più belle di quel fantastico pittore!).
Però nella parte di Salento di cui mi sono occupata io (diocesi di Lecce principalmente) non ho mai trovato traccia di tale devozione... Ora mi sono imbattuta, nell'area meridionale della diocesi, in un dipinto stranissimo, votivo certamente, datato 163(8?), in cui viene raffigurata una invasione di cavallette contro la quale un misterioso santo intercede presso la Vergine col Bambino. Dico santo misterioso perché non sembra proprio corrispondere all'iconografia di san Trifone...
Se hai qualche dato bibliografico o iconografico, comunque... Per esempio: c'è un dipinto del santo in questa chiesetta neretina di cui mi parli?
Valentina- Numero di messaggi : 442
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S. Trifone a Nardò
La chiesa di S. Trifone è chiusa al culto da decenni ma l'ultimo restauro, di una quarantina d'anni fa, ha salvato l'immobile. Essendo stata un'azione di recupero abbastanza importante, hanno dovuto svuotarla di ogni arredo e suppellettile, per cui oggi non contiene nulla.
Della tela, che se ricordo bene esisteva sull'unico altare, non ho notizie, mentre ho visto pochi mesi addietro il bel busto in cartapesta coevo del santo titolare. Per quanto ricordi, a parte la mitria e il piviale rosso, il pastorale argenteo, il medaglione con la reliquia del santo, altro non mostrava. Non ricordo attributi particolari che lo connotassero.
Consultando Nardò Sacra, da me curata e che dovresti avere, a p. 250-251, rammento che vi era una tela del pittore napoletano Nicola Russo ed un'altra di Ferdinando Sanfelice raffigurante s. Gregorio Armeno (la chiesa ospitava infatti la confraternita dei SS. Trifone e Gregorio).
Il ricordo di quel busto comunque non corripsonde assolutamente all'iconografia adottata da Paolo Finoglio nella sua bellissima tela di Monopoli cui fai cenno, dove il santo appare con camicia rossa e pantaloni blu, calze da pastore, con fardello in tracolla. Ai suoi piedi vi sono tre cavallette, chiara allusione al flagello e alla protezione del santo, un bastone da pastore e un gruppo di oche (il santo secondo la tradizione era guardiano di oche in Siria).
Della tela, che se ricordo bene esisteva sull'unico altare, non ho notizie, mentre ho visto pochi mesi addietro il bel busto in cartapesta coevo del santo titolare. Per quanto ricordi, a parte la mitria e il piviale rosso, il pastorale argenteo, il medaglione con la reliquia del santo, altro non mostrava. Non ricordo attributi particolari che lo connotassero.
Consultando Nardò Sacra, da me curata e che dovresti avere, a p. 250-251, rammento che vi era una tela del pittore napoletano Nicola Russo ed un'altra di Ferdinando Sanfelice raffigurante s. Gregorio Armeno (la chiesa ospitava infatti la confraternita dei SS. Trifone e Gregorio).
Il ricordo di quel busto comunque non corripsonde assolutamente all'iconografia adottata da Paolo Finoglio nella sua bellissima tela di Monopoli cui fai cenno, dove il santo appare con camicia rossa e pantaloni blu, calze da pastore, con fardello in tracolla. Ai suoi piedi vi sono tre cavallette, chiara allusione al flagello e alla protezione del santo, un bastone da pastore e un gruppo di oche (il santo secondo la tradizione era guardiano di oche in Siria).
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Re: Invasioni di cavallette nel Salento del passato
Nel catalogo del Finoglio (p.166) leggo che nel 1633 a Monopoli vi fu un'invasione di cavallette, sebbene un atto notarile dello stesso anno per notar Gusmano parli di "tomola 47 di bruchi" gettati in mare.
Si confonde perciò bruco con cavalletta.
Anche a Nardò il Tafuri scrive che la chiesa fu eretta per avere il santo liberato la città dall'invasione di bruchi
Si confonde perciò bruco con cavalletta.
Anche a Nardò il Tafuri scrive che la chiesa fu eretta per avere il santo liberato la città dall'invasione di bruchi
Ospite- Ospite
Re: Invasioni di cavallette nel Salento del passato
Marcello ha scritto:Nel catalogo del Finoglio (p.166) leggo che nel 1633 a Monopoli vi fu un'invasione di cavallette, sebbene un atto notarile dello stesso anno per notar Gusmano parli di "tomola 47 di bruchi" gettati in mare.
Si confonde perciò bruco con cavalletta.
Anche a Nardò il Tafuri scrive che la chiesa fu eretta per avere il santo liberato la città dall'invasione di bruchi
Forse si tratta di una confusione lessicale, più che altro... Perché altrimenti poi i pittori, Finoglio così come il mio anonimo, ritraggono con tanta precisione delle vere e proprie cavallette?
(Sono contenta che conosci quel dipinto, io nutro una specia di adorazione nei suoi confronti, non so perché... lo sguardo di quel san Trifone è così commovente...)
Valentina- Numero di messaggi : 442
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Località : Lecce
Re: Invasioni di cavallette nel Salento del passato
davvero straordinario il Finoglio. E, come giustamente sottolinei, quella tela in particolare è di una bellezza incredibile. Anche il S. Eligio non è male.
Mi consentirai di ricordare, prendendo in prestito il tuo post, di ricordare che il Finoglio è lo stesso autore della splendida tela nella matrice di Alessano!
Mica scemo il duca di Nardò nello scegliere un calibro del genere, visto che altri calibri li aveva utilizzati per mettere a morte decine e decine di neritini oberati di suoi soprusi... ma di questo parleremo altrove.
Convengo con te nel pensare ad un errore lessicale, perchè le cavallette sono davvero infestanti ed imprevedibili, rispetto ai bruchi.
Ti faccio comunque presente che il culto del santo a Nardò già esisteva da oltre un secolo, come ho potuto riscontrare in un atto che trattava di trasferimento di patronato titolato al santo da una chiesa all'altra, sempre in città.
Sarebbe interessante conoscere come arriva da noi il suo culto
Mi consentirai di ricordare, prendendo in prestito il tuo post, di ricordare che il Finoglio è lo stesso autore della splendida tela nella matrice di Alessano!
Mica scemo il duca di Nardò nello scegliere un calibro del genere, visto che altri calibri li aveva utilizzati per mettere a morte decine e decine di neritini oberati di suoi soprusi... ma di questo parleremo altrove.
Convengo con te nel pensare ad un errore lessicale, perchè le cavallette sono davvero infestanti ed imprevedibili, rispetto ai bruchi.
Ti faccio comunque presente che il culto del santo a Nardò già esisteva da oltre un secolo, come ho potuto riscontrare in un atto che trattava di trasferimento di patronato titolato al santo da una chiesa all'altra, sempre in città.
Sarebbe interessante conoscere come arriva da noi il suo culto
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