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Realtà e fantasia nel Regno di Napoli del Quattrocento.

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Realtà e fantasia nel Regno di Napoli del Quattrocento. Empty Realtà e fantasia nel Regno di Napoli del Quattrocento.

Messaggio  Fernando Lun Feb 01, 2010 1:35 pm

Nel topic sui "briganti" dell'unificazione italiana, è stato segnalato da Gianfranco il volume di Raffaele Nigro "I fuochi del Basento". Un affresco emozionante su quel periodo storico che mi ha ricordato il successivo romanzo dello stesso autore: "La baronessa dell'Olivento" (Giunti, Camunia, 1990). Che fra realtà, leggende e fantasia, con una scrittura assolutamente originale, fa immergere il lettore in una stupefacente atmosfera quattrocentesca del regno aragonese di Napoli.
Tra le tante recensioni, ne trascrivo una letta su internet:
"La trama ha il ritmo epico della saga e quello fantastico del racconto popolare. Ambientato nella seconda metà del Quattrocento, tra l'Albania assediata dai turchi e un meridione d'Italia vessato dalla monarchia aragonese e dai baroni locali, Nigro narra le vicende che portarono gruppi di genti provenienti dalla Schiavonia a stanziarsi sulle coste adriatiche dell'Italia meridionale. Voce narrante é quella di Vlaika Brentano, a cui la fortuna ha tolto la possibilità di una vita normale, facendola nascere senza braccia e gambe, ma ha concesso il dono di vedere dove gli altri non vedono e di parlare con i morti.
Assieme al fratello Stanislao, giovane inventore con l'arte di costruire nelle mani, giunge nel regno di Napoli con un incarico da parte del signore di Albania, Giorgio Castriota Skanderberg: trovare e mettere in salvo la prodigiosa macchina capace di diffondere in innumerevoli copie la parola di Dio. Scopertisi eredi di un castello tra le montagne di Lucania, i due fratelli verranno travolti dagli eventi di un lungo e sanguinoso conflitto tra il potere centrale e le spinte autonomistiche dei baroni locali; un conflitto che si traduce, nei termini della cultura, nello scontro tra un sapere oscurantista e dogmatico ispirato dalla Chiesa e un sapere nuovo, più libero e fondato sulla fiducia nell'uomo, ispirato da Aristotele e da Orazio.
Attraverso gli occhi e la memoria di Vlaika, Raffaele Nigro fa scorrere davanti ai nostri occhi re e baroni, condottieri e briganti, antiquari e contadini, in un intreccio di passioni politiche e sogni letterari, amori carnali e corteggiamenti epistolari.
Alla fine quello che resta é l'intreccio indecifrabile dei fili di cui é intessuta una vita umana."

Fernando
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Messaggio  Gianfranco Lun Feb 01, 2010 2:08 pm

grazie Fernando, adesso m'è venuta voglia di leggerlo... lo metto in lista d'attesa Very Happy
Gianfranco
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