Esempio di declino araldico
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Re: Esempio di declino araldico
Giovannimaria Ammassari ha scritto:Gentilissimi colleghi ed amici forumisti,
grazie per le esaurienti risposte.
Devo ammettere che nonostante i miei oltre ventidue anni di Ricerca Storica, di ricostruzione di Genealogie di Famiglie, di Storia di Famiglia, mai avevo posto così tanta attenzione verso l’Araldica.Ho avuto ed ho ancora i miei pregiudizi e la mia personale opinione.
Oggi ho imparato tanto ,tantissimo da tutti voi ,da Hilarion e Marcello ed in ultimo,ma non ultimo dal sorprendente amico Vincenzo.
Noto ed annoto che molto ha studiato e molto ha imparato.
Non nascondo che mi sono sentito e mi sento un ignorantone ed un analfabeta, un neofita etc etc etc………..
Cosa aggiungere di più.
Naturalmente non ho parole e mi rendo conto che ho scritto una serie infinita di inesattezze .
Quindi cosa aggiungere altro ,lascio “campo libero” a chi è più preparato di me ed ha più “voce in capitolo”.
Un abbraccio a tutti ed a ciascuno ,
Mi rassegno.
Giovannimaria
Ma sei impazzito?
Io ho tratto i maggiori insegnamenti proprio da tutti voi. Lo scambio reciproco di informazioni e di opinione sono alla base di questo nostro acculturamento del quale anche tu fai parte e sei fonte!!!!!!!!!!!!!
Re: Esempio di declino araldico
Vincenzo D'Aurelio ha scritto:
Lo scambio reciproco di informazioni e di opinione sono alla base di questo nostro acculturamento del quale anche tu fai parte e sei fonte!!!!!!!!!!!!!
Grazie Vincenzo,
sono in accordo con te ,se sono una fonte ,però , mi auspico che almeno uno mi "citi"
vi lascio
ciaoooooooooooooo
Re: Esempio di declino araldico
Tema stupendo, Vince'!Vincenzo D'Aurelio ha scritto:A questo punto mi sembra, caro prof. che dovresti preparare qualcosa in previsione del tuo prossimo insegnamento! Per dire: la filosofia e il mito nelle armi gentilizie del Regno di Napoli.
Da parlarne per giorni.
Hilarion- Moderatore
- Numero di messaggi : 591
Data d'iscrizione : 12.01.09
Re: Esempio di declino araldico
Hilarion ha scritto:Tema stupendo, Vince'!Vincenzo D'Aurelio ha scritto:A questo punto mi sembra, caro prof. che dovresti preparare qualcosa in previsione del tuo prossimo insegnamento! Per dire: la filosofia e il mito nelle armi gentilizie del Regno di Napoli.
Da parlarne per giorni.
colpo da genio Vincenzo! bella proposta, oltre che originale. Senza andare tanto lontano, nel regno, perchè non guardiao vicino? cominciamo a guardare quanti comuni del nostro Salento hanno voluto raffigurare il mito nelle proprie armi.
Iniziamo? ma tu dovrai postarci gli scudi relativi!
Ugento: Ercole.
Ospite- Ospite
Re: Esempio di declino araldico
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Di azzurro, all'Ercole di carnagione, in maestà, capelluto e barbuto di castano al naturale, con la spoglia del leone nemeo, d'oro, scendente dalla spalla sinistra e coprente i fianchi e parte della gamba sinistra, l'Ercole sostenuto dalla campagna diminuita di verde, e afferrante con la mano destra la clava di nero, posta in palo, poggiata sulla campagna; il tutto accompagnato da due cornucopie d'oro, ricolme di fiori e frutti, al naturale, poste in palo nei cantoni del capo. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, la scritta, in lettere maiuscole di nero, OZAN. Ornamenti esteriori da Città.
Lo stemma rappresenta Ercole, figlio di Zeus e di Alcamena, moglie di Anfitrione. Il manto di leone è segno della forza. La scritta OZAN è una abbreviazione di Ozantini (Ugentini), che compare su alcuni tipi di monete arcaiche (sec. III-I a.C.)
fonte: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Mancherebbe però il riferimento alla cornucopia.
AVANTI IL PROSSIMO!
Di azzurro, all'Ercole di carnagione, in maestà, capelluto e barbuto di castano al naturale, con la spoglia del leone nemeo, d'oro, scendente dalla spalla sinistra e coprente i fianchi e parte della gamba sinistra, l'Ercole sostenuto dalla campagna diminuita di verde, e afferrante con la mano destra la clava di nero, posta in palo, poggiata sulla campagna; il tutto accompagnato da due cornucopie d'oro, ricolme di fiori e frutti, al naturale, poste in palo nei cantoni del capo. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, la scritta, in lettere maiuscole di nero, OZAN. Ornamenti esteriori da Città.
Lo stemma rappresenta Ercole, figlio di Zeus e di Alcamena, moglie di Anfitrione. Il manto di leone è segno della forza. La scritta OZAN è una abbreviazione di Ozantini (Ugentini), che compare su alcuni tipi di monete arcaiche (sec. III-I a.C.)
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Mancherebbe però il riferimento alla cornucopia.
AVANTI IL PROSSIMO!
Re: Esempio di declino araldico
Bravo, Vince'...
... ma...
... che città è?
... ma...
... che città è?
Hilarion- Moderatore
- Numero di messaggi : 591
Data d'iscrizione : 12.01.09
Re: Esempio di declino araldico
Ugento è una cittadina della costa ionica salentina. Ricchissimo di storia e di tradizione che affonda le sue radici nell'età arcaica. La storiografia locale dice che in questi secoli fu scolpita la statua di Zeus quale protettore della città e pertanto, aggiungerei io, se Ercole fu figlio di Zeus allora ben si spiega questo mito rappresentato nel suo stemma. Quanto alla dicitura OZAN è il nome antico della città.
Un abbraccio
P.S. Colgo l'occasione per domandare a Marcello quale stemma civico del Salento riporta la testa di GIANO, non ricordo!
Un abbraccio
P.S. Colgo l'occasione per domandare a Marcello quale stemma civico del Salento riporta la testa di GIANO, non ricordo!
Re: Esempio di declino araldico
Quanto alle 'armi tollerate' o autoattribuite, sono pienamente d'accordo circa la distinzione fondamentale ed indipendenza dei i concetti di nobiltà ed armi araldiche o stemmi. Nel caso in parola parlerei certamente di 'distinta civiltà', concetto introdotto dopo il 1861 e destinato a premiare quelle famiglie dell'alta borghesia che innalzavano un propria impresa per distinguersi; la Corona poi sanzionava l'uso che doveva protrarsi per 100, con la 'distinta civiltà'. Ora nn saprei se i Tamborino abbiano mai avuto tale sanzione [certamente la ottenero gli Alberotanza di Mola di Bari: una loro rappresentante recentemente scomparsa, Donna Cinzia era consuocera di Don Achille T.], è certo perlatro che hanno tenuto un comportamento ligio alle regole, in quanto sull'emblema non hanno mai posto corona attributiva di rango, ma bensì un elmo, di metallo e posto di profilo sormontato da tre piume. Vi invito a meditare su questi elementi che non importano assolutamente autoattribuzione di rango nobiliare: tale status è infatti rilevabile solo da elementi extrascudo, quali corone di metallo prezioso e gemmmate, elmi coordinati, svolazzi, tenenti, eventualemnte manto, tutto secondo quanto gli abrogati regolamenti araldici del Regno prescrivevano. Il tutto, ovviamente, accompagnato da un provvedimento di grazia sovrana. L'unione del Sen. Vincenzo con Domenica Frisari, secondogenita dell'ultimo duca di Scorrano [e detta la 'Contessa' in virtù di quei numerosi titoli confluiti in casa Frisari a seguito dell'estinzione in essa di un cospicuo ramo Spinelli], peraltro preceduta da quella dei loro rispettivi zii Achille, detto il Senatore Vecchio, con Luisella Frisari, senza figli, ha senz'altro sancito la piena fusione ed assimilazione dei più nuovi e borghesi Tamborino [che avevano iniziato con la concia del pellame] con l'antica aristocrazia salentina. Nella successiva generazione segnalo in questo senso il matrimonio di Achille con Donna Zaira Lopez y Royo dei duchi di Taurisano.
A presto
A presto
Re: Esempio di declino araldico
Francesco Arditi di Caste ha scritto:Quanto alle 'armi tollerate' o autoattribuite, sono pienamente d'accordo circa la distinzione fondamentale ed indipendenza dei i concetti di nobiltà ed armi araldiche o stemmi. Nel caso in parola parlerei certamente di 'distinta civiltà', concetto introdotto dopo il 1861 e destinato a premiare quelle famiglie dell'alta borghesia che innalzavano un propria impresa per distinguersi; la Corona poi sanzionava l'uso che doveva protrarsi per 100, con la 'distinta civiltà'. Ora nn saprei se i Tamborino abbiano mai avuto tale sanzione [certamente la ottenero gli Alberotanza di Mola di Bari: una loro rappresentante recentemente scomparsa, Donna Cinzia era consuocera di Don Achille T.], è certo perlatro che hanno tenuto un comportamento ligio alle regole, in quanto sull'emblema non hanno mai posto corona attributiva di rango, ma bensì un elmo, di metallo e posto di profilo sormontato da tre piume. Vi invito a meditare su questi elementi che non importano assolutamente autoattribuzione di rango nobiliare: tale status è infatti rilevabile solo da elementi extrascudo, quali corone di metallo prezioso e gemmmate, elmi coordinati, svolazzi, tenenti, eventualemnte manto, tutto secondo quanto gli abrogati regolamenti araldici del Regno prescrivevano. Il tutto, ovviamente, accompagnato da un provvedimento di grazia sovrana. L'unione del Sen. Vincenzo con Domenica Frisari, secondogenita dell'ultimo duca di Scorrano [e detta la 'Contessa' in virtù di quei numerosi titoli confluiti in casa Frisari a seguito dell'estinzione in essa di un cospicuo ramo Spinelli], peraltro preceduta da quella dei loro rispettivi zii Achille, detto il Senatore Vecchio, con Luisella Frisari, senza figli, ha senz'altro sancito la piena fusione ed assimilazione dei più nuovi e borghesi Tamborino [che avevano iniziato con la concia del pellame] con l'antica aristocrazia salentina. Nella successiva generazione segnalo in questo senso il matrimonio di Achille con Donna Zaira Lopez y Royo dei duchi di Taurisano.
A presto
Caro amico,
quanto tu dici è ben giusto ma il dilemma è questo. Gli stemmi dei Tamborino variano al variare delle generazioni ma questo, seppur ovvio, non trova una spiegazione facile nella modifica dei colori dei campi o nella disposizione dei tamburi. Certamente vi è una certa libertà che, a parte la formalizzazione della consulta araldica, dimostra un certo decadimento della nobile scienza araldica che al gusto compositivo fissa severe regole. E' impossibile che gli scudi possano evolversi con la modifica dei valori di base dello scudo, al massimo si arricchiscono, si "partiscono", si ornano (ove possibile), si aumentano e si diminiuiscono, si inquartano ma, gli elementi di base sono sempre quelli. Prova a pensare allo stemma dei Lopez - y Rojo e alle inquartature che hanno avuto nei secoli. Qualunque siano state, sono sempre tagliati al campo d'azzurro a "n" lupi passanti ecc...
Quello dei Tamborino diventa da campo rosso, a fasciato d'azzurro e d'argento, a un tamburo, a tre disposti o 2,1 o 1,2. Si aggiunge persino un cannone in quello di Achille sr. Insomma più che decadimento direi anche "scombussolamento generale".
Un abbraccio fraterno
Vincenzo
Re: Esempio di declino araldico
credo non si possano confondere le due famiglie, che restano di rango e livello differente. Le prime non variarono mai i due lupi, anche nel corso dei secoli, perchè tanti erano da sempre e tanti resteranno sempre, pur se la scomparsa consulta araldica non regolerà più numero, disposizione, colore, ecc.
Come giustamente scrive Francesco le licenze in tal senso se le son potute permettere i secondi, proprio perchè non dovevano osservare una tradizione blasonica familiare
Come giustamente scrive Francesco le licenze in tal senso se le son potute permettere i secondi, proprio perchè non dovevano osservare una tradizione blasonica familiare
Ospite- Ospite
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